Cambio Prospettiva

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Buoni propositi? No, non mi avrete

7 Gennaio 2019 by Roberta Leave a Comment

©Bobby Stevenson

Lo so, lo so: anche se non ti vedo con i miei occhi so benissimo che hai scritto (o pensato) liste su liste di buoni propositi per questo inizio anno.

Anche io ho pensato a da gennaio farò o da gennaio non farò più, ma poi ci ho riflettuto un attimo ed ho deciso di rispedire al mittente l’ansia dei buoni propositi.

Sia chiaro, nulla di male, ma ti sei chiesta quanto il contenuto di quelle liste ti rispecchia davvero e quanto invece è una sfilza di “doveri”? Quante volte fai delle cose perché le fan tutti, o perché si “fa così”?

Io credo che i “buoni propositi” nascono con l’intento di aiutarci ad affrontare dei periodi di passaggio tra un cambiamento e l’altro.

Ho scoperto, a questo proposito, che lo scrittore William Bridges parla di una “zona di transizione” e l’ho trovato un concetto piuttosto interessante.

Bridges sostiene che ciascun* di noi attraversa dei “limbi” emotivi tra una fase di cambiamento e l’altra. È una fase apparentemente improduttiva durante la quale ci sentiamo emotivamente sconnessi non solo dalle persone e dalle cose che appartengono al nostro passato ma anche da quelle che appartengono al nostro presente. Ci si sente in uno stato di confusione totale e non si sa dove dirigere la propria attenzione.

Pensaci un attimo, e pensa a dei cambiamenti come un anniversario, un nuovo anno, la nascita o la fine di una relazione o il giorno prima di un grande evento: come ti sei sentita?

Sei mai riuscita a catalogare quel misto di emozioni che si aggrovigliano nella pancia? Probabilmente è il famoso “periodo di transizione” e ci si trova così sguarniti perché se nella preparazione di un cambiamento ci si mette molto impegno nel “viaggio” affinché questo accada non ci si presta nessuna attenzione.

Forse fa paura proprio perché sembra di perdere il controllo.

Io credo che sia assolutamente normale voler esercitare un controllo sulla nostra vita, non possiamo impedire che i cambiamenti accadano,  ma possiamo decidere però come affrontare questa difficile fase di trasformazione e di attesa.

In questa fase magari possono aiutarti delle piccole routine o delle piccole abitudini.

Pront* a metterne una in pratica?

Siediti e fai una lista degli aspetti della tua vita che vorresti migliorare.

Niente di eclatante, ma inizia ad escogitare piccoli cambiamenti ponendoti domande semplici e dirette come: “riesco a trovare dieci minuti al giorno per andare a fare una passeggiata?” oppure “quali gesto posso fare oggi per essere gentile?”

Le domande di portata ridotta non fanno così paura come i grandi temi. È una strategia per affrontare l’esistenza e le sue difficoltà in modo tranquillo, apportando modifiche a poco a poco, senza timore ne traumi.

Inizia con piccoli gesti e non con grandi proclami, chiedendoti sempre cosa vuoi davvero?

Pront*

Io, come al solito faccio il tifo per te!

[A proposito di cambiamento il 17 febbraio a Cagliari ho organizzato il corso “Ricomincio da Me” workshop super pratico per visualizzare il tuo obiettivo e mettere in atto i primi passi per poterlo realizzare.


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Come ti racconto la Psicologia

26 Novembre 2018 by Roberta Leave a Comment

© annie spratt

Dicembre è ormai alle porte e ovviamente scatta il conto alla rovescia per il nuovo regalo natalizio targato Cambio Prospettiva.

Il countdown oramai è iniziato, tu che dici, ti piace questo periodo dell’anno?

Io fino a qualche anno fa avevo dei sentimenti contrastanti su Natale & co; avvertivo pesantezza e non leggerezza, avvertivo monotonia e poca spontaneità, avvertivo il fastidioso senso del dovere di sentire una felicità finta e artefatta; insomma una piccola Grinch con la carnagione troppo chiara!

In questi ultimi anni, in particolare negli ultimi due, ho riscoperto invece la spontaneità e la meraviglia di quando da bimba aspettavo l’albero, lo preparavo e accendevo le luci e di quando con penna alla mano scrivevo, credendoci fino in fondo, la lettera a Babbo Natale.

In realtà non è accaduto niente di “miracoloso”, ho scelto parole diverse con cui raccontarmi questo periodo dell’anno, scegliendo la possibilità di aprirmi al cambiamento e alla rinascita, coltivando piccoli angoli di ispirazione e prendendomi cura di me.

Quest’anno ho deciso di regalare un calendario dell’avvento un po’ particolare: ti presento “come ti racconto la psicologia“; una mail al giorno da spacchettare e mettere sotto l’albero, per toglierti qualche sfizio e curiosità sul mondo della psicologia che può esserti utile e più consapevole nella tua vita di tutti i giorni.

Ho deciso di fare questo regalo un po’ particolare perché mi piacerebbe sempre più che la psicologia uscisse dal cantuccio “del male di vivere” e fosse invece vista come un’opportunità per poter crescere e star bene.

Come funziona?

Ogni giorno, dal primo dicembre fino al 24, al mattino trovi una piccola casella virtuale da aprire nel tuo indirizzo di posta; sarà una piccola scoperta quotidiana da fare, che avrà come protagonista la psicologia e come può essere utile nella tua vita. 

Se vorrai, ci troviamo poi insieme nel gruppo Per Cambiare Prospettiva, il mio gruppo su Fb, in cui possiamo condividere, giorno per giorno, le scoperte fatte.

Per partecipare puoi scrivermi su roberta@cambioprospettiva.it.

Se conosci qualche persona che ha voglia di partecipare condividi pure questo post, io vi aspetto!


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Scrivi, perché fa bene al cuore

29 Ottobre 2018 by Roberta Leave a Comment

Ortega y Gasset scrive che “l’uomo (e la donna aggiungo io) non ha una natura, ma ha una storia”.

Mi ha sempre affascinato questo aforisma, perché effettivamente sono convinta che le persone siano immerse in storie e narrazioni, ed ogni aspetto della nostra vita faccia parte di questa grande ruota che si chiama racconto.

Scrivere credo che sia uno strumento davvero potente per osservarsi, conoscersi e confrontarsi con sé stess*.

Sedut* davanti ad un foglio, un quaderno, un blocco osservando i propri pensieri per poi trasferirli nero su bianco: non c’è modo migliore per scoprirsi.

Ricordo ancora quando da bambina mi regalarono il mio primo diario segreto con tanto di lucchetto e chiavi: affidavo a quelle pagine tutta la mia vita, i miei sogni e i miei desideri. Mi faceva stare bene quello spazio, quelle pagine mi accoglievano e non mi giudicavano. A periodi alterni non ho mai smesso di farlo e tuttora lo faccio e lo utilizzo nel mio lavoro assieme alle persone che scelgono di lavorare assieme a me.

Scrivere su un diario è una rielaborazione molto forte della nostra realtà quotidiana, un modo in cui le nostre esperienze soggettive possono essere percepite nella loro interezza, esprimendo il proprio potenziale.

Scrivere è un primo passo verso un cambiamento e una maggiore consapevolezza della propria persona. 

Tenere un diario, può essere utile in ogni occasione: quando ci si percepisce stanch*, ferm* o non a proprio agio, quando i pensieri si fanno pesanti e ingarbugliati, quando si ha bisogno di prendere una decisione.

Con questa attività quotidiana la nostra psiche e i nostri vissuti emotivi possono parlare più liberamente dando uno sfogo ai nostri pensieri e alle emozioni che si muovono dentro di noi, liberando energia che altrimenti rimarrebbe imprigionata creando un substrato fertile a paure e stati d’ansia e tensione.

È un’attività che richiede pochissimo materiale: scegliamo un quaderno in cui ti senti a tuo agio, è il tuo spazio, la tua stanza tutta per te come direbbe Virginia Woolf e trova un orario comodo, in cui hai voglia di dedicarti a te e che possa diventare una buona abitudine da costruire.

Settimane e mesi dopo, quando rileggerai che cosa hai scritto, è  probabile che imparerai qualcosa di significativo si di te, magari schemi o un nodo da cui è nata la confusione.

Hai voglia di iniziare a cambiare prospettiva? Io come al solito, faccio il tifo per te.

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Di paura e di posso farcela

15 Ottobre 2018 by Roberta Leave a Comment

Quando ho letto “un indovino mi disse” di Tiziano Terzani mi ha colpito (tra le tante) questa frase: “forse in ogni uomo c’è un primordiale, istintivo bisogno, ogni tanto, di imporsi dei limiti, di scommettere con delle difficoltà, per poi sentire di essersi “meritato” qualcosa di desiderato”.

Mentre pensavo di scrivere questo post dedicato alla paura mi è ritornata in mente, e riflettevo con quanti limiti quotidianamente abbiamo a che fare. Molti di questi limiti o imposizioni sono figli delle nostre paure, che spesso creano voragini e piccoli mostri che si rivelano ben agguerriti da combattere.

Facci caso: a volte è solo un pensiero momentaneo destinato a scomparire molto presto, altre volte è un rimunginio fisso, paragonabile ad una grande nube nera che non ci permette di decidere lucidamente, altre (e sono i casi peggiori) si sommano un’insieme di sintomi fisici che ci fanno percepire di essere completamente vulnerabili e ci lasciano interdette e stanche.

La paura è una strana emozione, ovviamente è fisiologica e sana, ci fa percepire il pericolo e ci salva prima che quello stesso pericolo possa ledere la nostra incolumità, ma cosa fare quando questa emozione diventa così invadente che ci toglie spazio vitale e va ad influenzare pesantemente le nostre scelte di vita?

Come per tutte le emozioni il mio piccolo suggerimento è quello di fare un passo indietro per provare ad osservare che cosa ci stia capitando: prova ad osservarla, guardala dritta negli occhi chiedendoti perché c’è e perché è venuta a farti visita.

Allontanarti serve in un primo momento, ma alla lunga diventa controproducente, perché scappare diventa faticoso e ti allontana sempre di più dai tuoi bisogni.

Una cosa che sto imparando è che bisogna accettarla, senza se e senza ma.

Accettarla non significa che devi diventarne schiava, significa che sei pronta per capire il suo significato dietro le righe, sei pronta a lavorarci e a crescere per essere una persona autentica.

Se sei tra quelle che  si rimproverano per le proprie ansie e paure, fatti un enorme favore, smettila!

Avere paura è umano. Ripeti con me: avere paura è umano e non mi rende una persona peggiore, ANZI.

Sai che la parola coraggio deriva dal latino coraticum, che deriva da cor, che significa cuore? Il coraggioso non è chi non ha paura, ma chi la doma rendendola un’alleata per permettersi di crescere.

Sii coraggiosa e datti la possibilità di esplorare la tua paura. Io come al solito, faccio il tifo per te!


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Sono Roberta, psicologa e formatrice.

Esploratrice di emozioni e costruttrice di nuove rotte.
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