Pronto? Qui parlano le emozioni

Gioia, rabbia, paura, tristezza, sorpresa, meraviglia, gratitudine, disgusto: queste sono solo alcune delle emozioni che possono trovare posto nella nostra vita.

Nel quotidiano sembra quasi però che vogliamo fare una distinzione tra tutte queste emozioni, in una sorta di classificazione tra quelle belle e buone e quelle brutte e cattive.

Ehi, ti dico una cosa: nessuna emozione è cattiva, sbagliata, non desiderabile o addirittura da evitare. 

Sono tutte, indistintamente utili, è come se fossero la bussola nella nostra vita.

Le emozioni se sapute ascoltare e legittimare hanno l’effetto di chiarirci le idee, di proteggerci e di farci prendere le decisioni giuste.

Possono aiutarci ad affrontare situazioni difficili, conflitti e stati di stress.

Le emozioni evolutivamente hanno svolto un magnifico ruolo, proprio per permettere alla specie umana di adattarsi all’ambiente in cui si trovava.

Tuttora influenzano la nostra attenzione e la nostra visione del mondo.

Pensa ad una situazione di pericolo: la tua attenzione si concentrerà sugli elementi che possono minacciarti, riuscendo a farti prendere la decisione che rappresenta il minor rischio.

Dare un nome alle tue emozioni, decodificarle sembra qualcosa di assolutamente ovvio, in realtà il nostro alfabeto emozionale, complice la nostra educazione, è abbastanza povero o addirittura completamente inadeguato.

Cosa succede? In pratica proviamo delle emozioni ma non riusciamo ad identificarle andando in un vero e proprio corto circuito emotivo.

Per semplificarci la vita usiamo una sorta di pilota automatico: andiamo avanti quasi anestetizzat*, senza realmente partecipare a ciò che ci capita intorno, mancando di consapevolezza del momento presente che stiamo vivendo.

Ci sono delle attività per cui questo automatismo è un gran bene, ma ci sono tutta una serie di situazioni in cui avvengono notevoli svantaggi.

Vivere senza essere davvero presenti a sé stess* genera la ripetizione di vecchi copioni che non sempre si rivelano utili; in pratica si perde la possibilità di scegliere la risposta più appropriata alla situazione.

Facciamo una prova: iniziamo ad osservare, senza giudicare, i nostri stati d’animo, proprio per distinguere le varie emozioni e darle finalmente il nome che le spetta e la giusta legittimazione.

Ci proviamo?

Se vuoi approfondire nel blog trovi diversi post dedicati all’argomento, in particolare:

Coltiva l’arte dello stupore;

Piacere sono il presente;

Si può imparare la felicità;

Rotta verso il coraggio;

Scegli di emozionarti;

Di paura e posso farcela;

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