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Quando hai detto l’ultima volta No?

Quando ti sei sentita completamente liber* di poterlo fare, senza temere giudizi, sensi di colpa o risentimenti?

Nella nostra infanzia passiamo il periodo del NO, quello ribelle e anarchico in cui qualsiasi cosa pronunciata dagli adulti viene accolta con mezzo fastidio e risposte decise. 

Quando perdiamo l’abitudine di pronunciare il no per delimitare confini e limiti? 

Forse quando introiettiamo così tanto bene la lezioncina che dobbiamo essere delle “brave persone” ed il no non è affatto completato perché ritenuto quasi di cattivo gusto, assolutamente egoista? 

Ehi, sono qui per dirti invece che i no ci aiutano a vivere, mettono barriere per tutelare i nostri bisogni, limiti e confini rispetto a ciò che accade nel mondo esterno a noi, anche, e direi forse soprattutto quando le richieste arrivano da persone che ci stanno intorno ponendosi in maniera troppo “invadente”.

Non stare sul no, negarlo spesso rende totalmente illegittimo il dolore, la tristezza, la paura, la rabbia, come se l’unico modo per poter esistere fosse quello di essere impeccabili, indistruttibili, perfett*.

E allora che si può fare mi chiederai?

Io ti propongo di provare ad essere liber*. Liber* di essere, esistere, considerando il tuo corpo territorio tuo e di nessun altr*, liber* soprattutt di dire no, provando emozioni anche socialmente non raccomandabili.

[Di pratiche da provare]

Io voglio provare a darti un suggerimento, pronta?

Prova a chiederti in quale ambito di vita, in quale situazione tendi ad annullarti senza nemmeno rendertene conto.

Riguarda l’ambito sociale, professionale, familiare, amicale?

Che cosa ti racconti quando capitano queste situazioni, che paure o resistenze avverti? Hai paura di deludere ad esempio, oppure di perdere l’approvazione e la stima o di compromettere un rapporto o una situazione?

Scrivi su un foglio ciò che ti racconti; fatto?

Quello che hai riportato su un foglio è la base di partenza per poter creare la tua consapevolezza. Proviamo a scomporre questo pensiero in sensazioni, bisogni e azioni. Ciò che si prova non arriva “casualmente” ma è una diretta conseguenza dei nostri bisogni.

Se il tuo bisogno è di essere “presa in considerazione”, ad esempio, dicendo sempre di si non si realizzerà, anzi, lascerà spazio e potere di decidere chi sei a qualcun altro all’infuori di te, e credimi, il tuo bisogno non sarà affatto soddisfatto. Il bisogno in psicologia non è solo una mancanza, è la possibilità di poter realizzare la propria identità sentendosi almeno in parte soddisfatt*

Riuscire con questa piccola differenza provando questo ascolto attivo di quello che ci succede può rendere un pochino più semplice affermare il nostro punto di vista.

[La mia piccola ispirazione per te]

Voglio, se posso, darti anche un altro consiglio, questo di lettura. Hai mai sentito parlare di “Rolf Sellin” e di “le persone sensibili sanno dire di no?”

È un librino di qualche anno fa con esempi pratici, considerazioni utilissime che può darti indicazioni pratiche e molliche di ispirazione per iniziare questa costruzione di personalissima cura di sé, anche e soprattutto dicendo No.

E allora, vuoi iniziare a scegliere per te piccoli pezzi di libertà?

Hai voglia di raccontarmeli?

Io, come al solito faccio il tifo per te


Riepilogando

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Ciao, sono Roberta Vacca

Ciao, sono Roberta Vacca

Psicologa, formatrice e creatrice di Cambio Prospettiva. Questo è un luogo sicuro, un approdo per concederti il diritto di prenderti cura di te.

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Maneggio emozioni ribelli e lo faccio gentilmente e senza giudizio.

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