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Psicologia con empatia, creatività, ascolto e ironia

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Coccole e pancake di Ottobre

5 Ottobre 2020 by Roberta Leave a Comment

In questi giorni mi è frullata un’idea, una di quelle che spero possano essere di ispirazione per te che mi stai leggendo e che magari ti aiutino a costruire quegli angoli di bellezza di cui tanto provo a parlare in lungo e in largo.

Ho pensato ogni mese di creare un contenitore di idee che possono aprire prospettive nuove o rivisitare quelle precedenti per aprire scorci di emozioni da osservare, ascoltare ed accogliere ed ho pensato di farlo pescando dalle mie cassette degli attrezzi preferite, quelle legate al mondo dell’arte e della creatività.

Questo mese inizio questo esperimento dalla musica; uno dei miei talismani nella buona e nella cattiva sorte, uno di quei balsami che sta proprio lì a portata di mano e mi porta in mondi lontani.

Ho chiesto tramite le mie stories di Instagram (ehi, lo conosci il mio profilo?) anche l’aiuto da casa ed è nata una playlist di 21 brani in cui ho voluto, oltre i suggerimenti che mi sono arrivati, creare un mini percorso di musica che puoi ascoltare sotto una copertina mentre ti rilassi sul divano o che puoi portarti in giro mentre cammini scricchiolando con i piedi sulle foglie che formano tappetti caldi multicolore.

Dentro trovi la voce super unica di Joss Stone con la sua Super Duper Love (perché l’amore può essere assolutamente favoloso come sostiene ed io non posso che essere d’accordo e rilancio comprendendo anche quello per noi; ehi never forget!) o il ritmo che fa muovere pure le sedie di Erykah Badu di cui non ho potuto non scegliere due canzoni (On & On e Other side of game, perché l’altro lato del gioco va sempre considerato) arrivando fino a Shiver di Natalie Imbruglia, perché le nostre vite sono o non sono un brivido continuo a volte di piacere e a volte di indecisione o paura?

Ci sono anche quattro italianissime che ADORO, Cristina Donà e la sua Goccia (si perché credo fortemente che di gocce è formato il mare e che ognu* di noi può fare la sua parte), Nada con la sua Senza un perché (che ogni tanto discostarsi dalla ricerca infinita di risposte può aiutarci tantissimo nella nostra sopravvivenza), Margherita Vicario e la sua Per un bacio, una mia scoperta recentissima proprio con questa  canzone che parla tanto di paure e lasciarsi andare e infine Gaia che qui canta in portoghese con la sua Chega raccontando di cosa succede quando si sacrifica la propria felicità per accontentare un sistema che non ci corrisponde.

Ci sono anche i Faith non More, Paolo Nutini, Jason Mraz, i Coldplay, Alicia Keys, I Cranberries, Ludovico Einaudi, Jack Johnson, Cat Stevens, Joy Williams, Jimmy Sax e Natalia Lafourcade.

Grazie a Ilaria, Rosi, Manuela, Daniela, Francesca, Michela per avermi dato una mano a creare questo pezzetto di meraviglia.

Spero che ascoltarla vi faccia compagnia e vi piaccia almeno la metà di quanto è piaciuto a me crearla.

Enjoy it ♥

Riepilogando

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Quando è stata l’ultima volta che ti sei ascoltata?

20 Marzo 2020 by Roberta Leave a Comment

© Elena Koycheva

Cos’è l’autoempatia: come possiamo definire l’autoascolto e svilupparlo attraverso alcuni esercizi quotidiani.

[Parola talismano  del mese: ASCOLTARE]

[Se clicchi play, ti leggo io il post]

http://www.cambioprospettiva.it/wordpress/wp-content/uploads/2020/03/post-audio-marzo-online-audio-converter.com_.mp3

“Il canto del mare termina sulla riva o nei cuori di chi l’ascolta?” Khalil Gibran.

Ti piace questa frase? Che cosa ti suggerisce?

Io ne sono sempre stata innamorata, ed è proprio così che voglio iniziare questo viaggio dedicato all’ascolto, la parola talismano che ci farà compagnia questo mese.

E non è affatto un caso che abbia scelto queste righe scritte da Gibran, innanzitutto perché sono un’appassionata delle parole del mare, ma soprattutto perché sono convinta che l’ascolto si fa  soprattutto con il cuore; ascoltare è infatti un ottimo mezzo per iniziare a star meglio con noi e con le altre persone intorno (e non solo) a noi; uno dei pilastri della mia amata intelligenza emotiva.

Quanto è importante trovare qualcuno o qualcuna vicino a noi che ci ascolti, che faccia il tifo per noi o che ci sostenga quando non stiamo bene? Tanto immagino. È naturale, siamo degli animaletti sociali e tendiamo verso gli altri esseri umani, scegliendo le nostre modalità estroverse o introverse che siano.

Spesso ci lamentiamo però di sentirci sol* e di non essere affatto ascoltat*, dimenticando che possiamo essere noi stess* le nostri migliori ascoltatrici. Ovviamente non sto parlando di diventare degli esseri umani soltanto concentrati su di sé, ma di prendere per mano la consapevolezza di capire quali siano i propri bisogni, ascoltandosi senza timore e senza giudizio ma con la gentilezza che spesso dimentichiamo di riservarci.

Non è mai  semplice creare dei momenti di incontro con sé stess*; a volte si dice che non si ha abbastanza tempo soprattutto quando si ha una famiglia, un lavoro o delle responsabilità, a volte non si sa come fare e alle volte non si sa  come iniziare, anche perché, chi ci ha mai insegnato davvero ad ascoltarci? In realtà tutte queste che ho appena elencato sono delle resistenze; abbiamo paura di tendere l’orecchio verso le nostre emozioni, perché non ci piace quello che sentiamo e proviamo a zittirlo in tutti i modi possibili. Il problema però è che tutto questo “rumore” ritorna e bussa ancora più forte e con maggiore veemenza alla nostra porta, chiedendoci di entrare in un modo o nell’altro.

Proviamo a seguire insieme qualche “buona pratica” che possa aiutarci, ti va?

[Di pratiche da provare]

Hai mai sentito parlare di “autoempatia”? Sai cos’è?

Se l’ empatia è la capacità di “sentire” lo stato d’animo e l’emozione che sta vivendo e provando un’altro essere vivente (si, l’empatia può essere estesa ad ogni creatura), l’autoempatia è la possibilità di rivolgere su di sé questa abilità..

Come si acquisisce? Siamo qui, per questo.

  • Prova a chiederti come ti senti. Vaglia le tue sensazioni nel tuo corpo provando a non giudicarle ma solo ad osservarle. Sei tesa, rilassata, nervosa, triste, felice? Facci caso. A volte risulta difficile accogliere tutti gli stati d’animo perché può capitare di non esserne consapevoli o addirittura di negarsi il diritto di provarle; prova ad uscire fuori dal solito dialogo che compi con te stessa e se ti accorgi di non riuscirci, prova a chiedere aiuto. Prova a fare questo esercizio di ascolto almeno una volta al giorno. Inseriscilo in agenda come fosse un appuntamento importantissimo (ehi, lo è) e dedicati 10 minuti del tuo tempo per farlo.
  • Proviamo a trasformare un pensiero “negativo” in un potenziale d’azione. Prova a scrivere su un foglio il tuo pensiero negativo, le tue sensazioni fisiologiche che senti e le tue percezioni emotive relative a quel pensare. Fai un passetto in più e permettiti di capire che bisogni sono insoddisfatti e trovano spazio con questo mood pessimista: c’è un bisogno di comprensione, di successo, di sicurezza lavorativa? Che cosa posso fare? Che cosa è in mio potere? Posso trasformare ciò che sta succedendo? O posso almeno iniziare ad essere gentile con me stessa per usarlo come trampolino?

In queste due pratiche, non esiste un modo giusto, univoco o una somministrazione corretta; esisti tu e il tuo desiderio di mettere in evidenza il tuo stato fisiologico e quello emotivo. Immagina di passare un piccolo scanner, non alla ricerca dei tuoi difetti, ti vedo e immagino tu sia bravissima in questo, ma alla ricerca di ciò che sei, nel bene e nel male.

Io come al solito faccio il tifo per te ♥


Riepilogando

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Ogni mese (dal 2020) trovi un post che prende una parola e la fa diventare un filo lunghissimo per riflettere e per imparare a volersi bene. A Gennaio abbiamo parlato di Libertà e a Febbraio di Fiducia.

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P.S. Abbi fiducia in te

3 Febbraio 2020 by Roberta Leave a Comment

Piccole riflessioni ed esercizi quotidiani per (ri)trovare la fiducia in se stesse, aumentando l’autostima giorno dopo giorno.

©freshhconnection

[Se vuoi sentire la mia voce che ti legge il post clicca Play qui sotto]

http://www.cambioprospettiva.it/wordpress/wp-content/uploads/2020/02/post-audio-febbraio.mp3

[Parola talismano  del mese: FIDUCIA]

Io sono stata una di quelle bambine riflessive, molta timida e taciturna, che per lungo tempo si è sentita “nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

Probabilmente se fossi vissuta negli States si sarebbe usato il termine “loser”, perdente, una preadolescente dall’autostima non pervenuta.

Ricordo con nitidezza un episodio, uno tra molti, che si colloca nel terribile periodo delle scuole medie. Era ricreazione ed io indossavo uno scarponcino non particolarmente alla moda: ricordo le risatine di scherno, ricordo di essere stata indicata, sbeffeggiata, schernita.

Non ricordo se piansi, ma fu in quel momento che il peso della mia “diversità” mi colpì fortissimo.

In fondo avevo solo voglia di essere accettata, essere uguale alle altre sfoderando la scarpa “giusta”.

Perché ho fatto questo salto indietro nel tempo? Perché vorrei dire a quella bambina che la strada per potersi voler bene e fidarsi delle proprie possibilità passa proprio dall’autenticità e dall’unicità che ognuna di noi si porta dietro.

E vorrei anche dirle che per avere fiducia in sé occorre passare dal coraggio di prendersi per mano, gratificandosi, distinguendo ciò che è buono per sé da ciò che non lo è, anche a costo di non piacere (d’altronde ricordo che quegli scarponcini mi tenevano i piedi in caldo che una bellezza).

Avere fiducia in sé non è un punto di arrivo, ma un cammino, uno scoprire e riscoprirsi costante, tendendo l’orecchio verso il proprio cuore e le proprie emozioni.

Giorno dopo giorno, senza giudizi, coltivando la possibilità semplicemente di essere.

[Di pratiche da provare]

Se dovessi chiederti che relazione hai con la tua fiducia in te, che cosa mi risponderesti?

Buona, in crescita, meno buona o pessima?

Io voglio provare a darti qualche suggerimento.

Pronta?

Vivi in accordo con ciò che sei veramente. Scegli giorno dopo giorno di conoscerti, ascoltarti, per capire di cosa hai bisogno, di quali siano i tuoi sogni e le tue aspirazioni. Come farlo? Prova ad ascoltare il tuo corpo, e le tue emozioni, chiediti come stai e mettiti in ascolto. Quando arrivi a questo punto però, please, sospendi il giudizio, basta col dirti “ho sbagliato, non ne faccio mai una giusta, non imparo mai, sono una fallita”, prova soltanto ad ascoltare come faresti con un’amica. Se ti va fai un check giornaliero e chiediti ad esempio quali parti senti tese o rilassate nel tuo corpo, com’è il tuo respiro, che emozioni stai provando e quali sono i tuoi pensieri dominanti e segnalo in un quaderno, in un blocco o dove ti pare, l’importante è che inizi a farlo concentrandoti su di te per 5 minuti al massimo.

Che ne dici, puoi farti questo regalo giornaliero?

Educa la tua mente ad abbandonare i giudizi. Eh eh, qui ti voglio, e mi voglio, perché io non sono mica immune da quei giudizi taglienti e severi con cui capita di mortificarci.

Prova a trasformare il giudizio in bisogno.

Puoi farlo con te stessa, e puoi farlo con le altre persone.

Se ti dici “sono una nullità” prova a fermarti ed ascolta l’effetto che ti fa. Sembra una sentenza immodificabile giusto? E se invece ti dicessi “sono triste perché vorrei essere fiera di me stessa” si potrebbe aprire uno spiraglio, partendo dall’emozione tristezza, per usare la tua creatività e trovare il modo di sentirti orgogliosa.

Altro esempio. Se io dico “non mi ascolti mai” l’altra persona magicamente mi ascolterà? Io non credo, anzi si sentirà sotto attacco e potrebbe reagire con rabbia chiudendo il dialogo. E se invece dicessi “quando ti parlo e fissi il cellulare mi fai sentire a disagio. Ho bisogno di capire se quello che ti dico ti interessa e se è il momento giusto per parlarne”.

Hai visto la differenza?

[La mia piccola riflessione per te]

Voglio se posso darti un consiglio, e questa volta di lettura.

Hai mai letto “Donne che corrono con i lupi“? È un grande classico che attinge al mondo delle fiabe e dei miti per parlare di un archetipo importante, quello della donna selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice che viene soffocata da stereotipi, insicurezze e la temibile corsa all’omologazione.

Tu l’hai letto?

Sono riuscita a darti qualche spunto da cui partire nel tuo cammino? Io spero proprio di si, ed ovviamente qui, si fa il tifo per te ♥


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Che sapore ha poter dire di no?

15 Gennaio 2020 by Roberta Leave a Comment

®designecologist
http://www.cambioprospettiva.it/wordpress/wp-content/uploads/2020/01/29515-online-audio-converter.com_.mp3

[Parola talismano del mese: LIBERTÀ]

Signora libertà, signorina fantasia o anarchia, cantava il mio amato Faber.

Hai mai pensato che libertà potrebbe far proprio rima con anarchia?

Io ci ho riflettuto un sacco in questo fine anno dannatamente intenso per me e di conseguenza anche per casa cambio prospettiva.

Ho allentato le comunicazioni ed ho ridotto tutto all’osso cercando di smetterla di imbrigliare il tempo, provando a lasciarlo semplicemente scorrere.

È stato facile? Affatto, anzi credo sia stato uno dei periodi più particolari della mia vita; a tratti dolorosissimo a tratti salvifico.

Ci abituano a narrazioni vittoriose, di riuscite, di risalite, soffermandosi pochissimo sulle difficoltà di quando invece si sta a terra.

Stare a terra è normale però, anzi è importante legittimarlo, smettendola di incorrere nella finzione del “non fa niente”,  “non è niente”.

Si nega il dolore, si nega la tristezza, si nega la paura, si nega la rabbia, come se l’unico modo per poter esistere fosse quello di essere impeccabili, indistruttibili, perfette.

E allora che si può fare? Io ti propongo di provare ad essere libera. Libera di essere, esistere, considerando il tuo corpo territorio tuo e di nessun altr*, libera di dire no, provando emozioni anche socialmente non raccomandabili.

E se tutto questo è ovviamente un argomento ampissimo che può essere affrontato da diversi punti di vista, io ti propongo di soffermarci sull’arte di dire no.

Il no di solito non si usa, soprattutto quando sono le donne a proferirlo, perché si sa, il no non sempre si può dire, il no potrebbe dispiacere, seccare, offendere, disturbare, e noi nella nostra immagine di perfezione non possiamo mica permettercelo, giusto?

[Di pratiche da provare]

Io voglio provare a darti un suggerimento, pronta?

Prova a chiederti in quale ambito di vita, in quale situazione tendi ad annullarti senza nemmeno rendertene conto.

Riguarda l’ambito sociale, professionale, familiare, amicale?

Che cosa ti racconti quando capitano queste situazioni, che paure o resistenze avverti? Hai paura di deludere ad esempio, oppure di perdere l’approvazione e la stima o di compromettere un rapporto o una situazione?

Scrivi su un foglio ciò che ti racconti; fatto?

Quello che hai riportato su un foglio è la base di partenza per poter creare la tua consapevolezza. Proviamo a scomporre questo pensiero in sensazioni, bisogni e azioni. Ciò che si prova non arriva “casualmente” ma è una diretta conseguenza dei nostri bisogni.

Se il tuo bisogno è di essere “presa in considerazione”ad esempio, non sarà dicendo sempre si che si realizzerà, anzi, lascerà spazio e potere di decidere chi sei a qualcun altro all’infuori di te, e credimi, il tuo bisogno non sarà affatto soddisfatto. Il bisogno in psicologia non è solo una mancanza, è la possibilità di poter realizzare la propria identità sentendosi soddisfatti e completi (ovviamente è una semplificazione, perché anche questo ambito richiederebbe spazio e tempo).

Riuscire a fare questa piccola differenza riuscendo in questo ascolto attivo di quello che ci succede può rendere un pochino più semplice affermare il nostro punto di vista.

[La mia piccola ispirazione per te]

Voglio, se posso, darti anche un altro consiglio, questo di lettura. Hai mai sentito parlare di sindrome dell’impostore? Ecco, nel libro di Valerie Young, Vali più di quel che pensi, se ne parla in abbandonanza, spiegando il fenomeno e dando delle indicazioni davvero utili e interessanti. Se ogni tanto ti sussurri “è solo perché mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto; è solo perché lavoro come una matta; è solo perché gli vado a genio, prima o poi mi scopriranno… questo libro val la pena di essere letto e approfondito.

Ed a proposito di cose belle che vanno condivise ti lascio anche il video della canzone con cui ho aperto il post, un inno scritto per mettere all’angolo l’imborghesimento di questa società, che preme solo sulla performance (aggiungo io) e sul concetto di perfezione, quale sia poi ancora non l’ho capito.

E allora, vuoi iniziare a scegliere per te piccoli pezzi di libertà?

Hai voglia di raccontarmeli?

Io, come al solito faccio il tifo per te ♥


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Sono Roberta, psicologa e formatrice.

Esploratrice di emozioni e costruttrice di nuove rotte.
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Dott.ssa Roberta Vacca - Psicologa

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