Ormai se avete avuto la grandissima pazienza di leggere i miei post avrete sicuramente capito che mi piace andare oltre i classici schemi, sono irrimediabilmente curiosa e tenacemente controcorrente.
Voglio, fortissimamente voglio, considerare ogni individuo unico, con le stesse possibilità e gli stessi diritti.
Non mi piace la spocchia, l’arroganza, l’elevarsi ad uno status superiore, le menti grette e chiuse che non vogliono vedere al di là dei loro piccoli confini, chi nelle proprie categorizzazioni trova le risposte più semplici e brevi.
Succede che in questi giorni si fa un gran parlare di “tradizionale”, “naturale”, “contronatura”, “giusto” o “sbagliato”. Succede che gli animi si infiammino e che le informazioni volino veloci senza nessuna corrispondenza reale ma soltanto alla ricerca del sensazionalismo.
Tutto questo in realtà succede da sempre, l’informazione è un bene a disposizione di tutti ma che non tutti sanno cogliere. C’è chi preferisce approfondire e verificare, c’è chi invece preferisce sostare alla prima fermata ed essere rassicurato nelle sue poche certezze.
In fondo è sempre stato così, lo insegna la storia stessa. Le grandi scoperte, il dissentire sono sempre costate tempo e fatica, se non l’ostracizzazione o addirittura la morte. Chi ha lottato per l’uguaglianza, affinché i diritti siano davvero a disposizione di tutti, immagino si sia trovato spesso solo, scoraggiato e frustrato.
Sto parlando al passato ma mi rendo conto di sbagliare. Succede che nel 2015 il diritto di amare, il diritto più bello, quello più essenziale, sia ancora sottoposto ad oscurantismo, pregiudizio, scherno.
E allora mi chiedo cosa ci può essere di contronatura nell’amore? Nell’amore che è rispetto ed equilibrio? Nell’amore che realizza la piena espressione di sé? Perchè una coppia formata da un uomo e una donna può essere legittimata mentre quella formata da due uomini o da due donne no? Cosa le rende diverse?
Onestamente non trovo nessun motivo valido. In mezzo a tante brutture quotidiane e alla violenza imperante, trovo che l’amore debba essere sempre legittimato e celebrato.
Perché l’amore non ha bisogni di prescrizioni, l’amore accade all’improvviso ed è travolgente e totalizzante, e non ci può essere nulla di sbagliato in questo.
Sono dannosi invece i pregiudizi, la negazione della libertà altrui, le crociate per squalificare questo sentimento e salvaguardare il proprio minuscolo orticello che nessuno si sta sognando di attaccare.
Si parla tanto di cosa può essere insegnato ai nostri figli.
Da psicologa ho avuto la fortuna di lavorare spesso nelle scuole, lavorando con l’alfabetizzazione emotiva ma soprattutto parlando di differenze di genere. Mai e poi mai si è trattato di un indottrinamento, i ragazzi e le ragazze sono sempre stati parte attiva nelle discussioni, le loro opinioni, i loro pensieri sono sempre stati i protagonisti assoluti. L’ascolto attivo è sempre stato totale!
Dobbiamo ricordarci che i nostri figli e le nostre figlie sono essere pensanti e lo sono da subito, vivono in questa società in cui fanno fatica e cercano di farsi spazio, in cui si vorrebbero dei punti di riferimento responsabili, non degli adulti che gridano allo scandalo quando si trattano tematiche legate alla sessualità o più semplicemente quando si cerca di parlare di emozioni senza trascinare il discorso nella tristissima dicotomia del giusto o sbagliato.
Parlare di educazione emotiva non vuol dire circuire nessuno, si vuole solamente legittimare ogni possibile emozione, far maturare in ognuno il rispetto per ciò che non è uguale a noi, perchè ricordiamoci che è da questo questo tipo di consapevolezze che possiamo far crescere degli adulti realizzati, pensanti e consapevoli.
O è forse questo che ci fa così tanta paura? O è forse educandoci emotivamente che possiamo davvero essere liberi?