Ti capitano mai quelle giornate dannatamente piene, in cui corri corri ma nello stesso tempo hai una strana sensazione di vuoto/magone?
A me capitano, eccome se capitano! Mi accorgo di correre tra i pensieri, di fare acrobazie fra le varie idee che sbucano come conigli dal cilindro, ma soprattutto mi accorgo di rincorrere troppo il futuro o di indugiare troppo spesso sul passato.
Oggi ho pensato quindi di scrivere un post moooolto pratico proprio per raccontarti che cosa faccio io in questi casi (con strumenti che poi utilizzo spesso pure nel mio lavoro).
Innanzitutto quando mi capitano questi momenti io provo a fermare un attimo la giostra ed inizio a respirare.
Oh si, hai capito proprio bene: respiro. Sembra semplice ed automatico vero? Ma solo quando lo metti “sotto osservazione” ti rendi conto di quanto in realtà questo automatismo possa essere controllato e migliorato.
Non dirmi che non hai mai notato di quanto il respiro si faccia accelerato quando ad esempio sei sotto stress oppure in ansia?
Inizia così, metti proprio una mano sul petto ed ascolta il respiro che entra e quello che esce. Prova proprio ad osservarlo. Come ti sembra: accelerato o normale? Magari all’inizio lo sentirai più veloce per riuscire a riprendere un ritmo normale poco dopo.
Hai notato che “strano” riuscire a connettersi così con il proprio corpo escludendo tutti gli altri pensieri?
Sono le magie della consapevolezza. Se parlo di consapevolezza non posso non parlare di mindfulness.
L’ho scoperta due anni fa più o meno, incuriosita dal libro di Jon Kabat Zinn “Dovunque tu vada ci sei già”, (Jon è un tipino davvero interessante e ti consiglio di approfondire).
A me solo leggere questa introduzione mi ha aperto un modo:
Qualsiasi cosa abbiate voluto compiere, è quella che avete compiuto. Qualsiasi cosa vi accade è già accaduta. L’interrogativo importante è come vi comporterete. In altri termini: “E ora”?
Ti avviso subito a scanso di equivoci che mindfulness non è solo meditazione e non è per niente new age: anzi ha un utilizzo decisamente pratico. Figurati che sono stati creati dei veri e propri protocolli validati scientificamente.
Per me è il provare a vivere con maggiore consapevolezza tutto quello che accade nel momento presente.
Mettiti in testa che non è una bacchetta magica che fa miracolosamente scomparire le cose spiacevoli che possono circondarti: la vera sfida credo sia proprio quella di dare un bel freno alle classificazioni tra eventi buoni o cattivi ed aprirti alle emozioni e sensazioni così come si presentano.
Vuoi fare una prova? Fermati due minuti, metti un timer al telefono, silenzialo per chiamate e messaggi, ed osserva cosa ti sta succedendo. Hai qualcosa tra le mani? Senti un rumore o un’odore? Quali pensieri ti stanno passando per la testa mentre osservi quello che sta succedendo intorno a te?
Com’è andata questa prova? L’impresa titanica di fermarti è stata difficile?
Sembrerebbe banale ma credimi non lo è affatto, e non sono solo io ad affermarlo ma vere e proprie ricerche scientifiche. Viviamo vite costantemente affannate e sempre di corsa, in cui il fermarsi diventa difficile sia perchè ci vengono richiesti compiti sempre più complessi, sia perchè spesso è più “comodo” non sentire davvero quello che ci sta succedendo.
Io credo che valga davvero la pena riconquistare il nostro presente facendoci questo regalo, tu che ne dici?
P.s. Se ti interessa ho creato proprio un quaderno che si chiama “Vivi il tuo Presente” 30 attività per scoprire il potere della consapevolezza quotidiana.
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