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[La colonna sonora di questo post è offerta da Billy Idol con Dancing with Myself]

Posso davvero volermi bene, prendendomi cura delle mie esigenze, senza diventare egoista? E se le altre persone mi volessero meno bene per questo? Quanto è davvero importante prendersi cura di sé?

Queste sono alcune delle domande che spesso mi rivolgono ed io oggi provo a raccontarti cosa ne penso.

Sabato scorso mi è capitata davvero una brutta avventura; era tutto pronto per un mio laboratorio a Cagliari: la location e la super merenda, le partecipanti e tutti i materiali. La mattina era iniziata un po’ sottotono, non mi sentivo benissimo fisicamente, ma ero convinta di riuscire comunque a portare a termine il tutto. Sul treno che mi portava a Cagliari però, il dolore si è fatto davvero insopportabile e mi sono resa conto che non avrei potuto sostenere il lavoro del laboratorio quel pomeriggio. Ho provato con tutte le mie forze a temporeggiare, cercando di fare la supereroina, ma non ci sono riuscita: ho dovuto fare marcia indietro ed avvisare tutte le partecipanti, chiedendo immensamente scusa per il disagio che provocavo.

Ovviamente il temibile senso di colpa mi ha tormentato un bel po’: avevo preso un impegno e non riuscivo a mantenerlo, delle persone mi avevano dato la loro fiducia, il loro tempo e i loro soldi ed io mancavo all’appello.  Il senso di colpa è infido: poco importava se tutto era giustificabile dal mio stato di salute, il mio giudice interno era poco propenso alla comprensione.

Ho deciso allora di zittire un attimo quella vocina petulante che alimentava il mio senso di colpa ed ho deciso di fermarmi un attimo.

Fermarsi è sempre considerata una debolezza, una perdita di tempo, una fragilità nella spinta fagocitante del perfezionismo a cui siamo sottoposti giorno dopo giorno.

Ho imparato invece che fermarsi vuol dire accettare di ascoltare il proprio corpo, prestando attenzione alle proprie esigenze ma soprattutto prendendosi cura di sé per volersi bene.

Ho deciso che questa volta era importante volermi bene e non mi sono vergognata nemmeno un po’ di condividerlo con chi mi segue in questa avventura targata cambio prospettiva.

Parlare di amore per sé può apparire ridondante o riduttivo, chissà, per me invece è il primo passo verso un’esistenza piena e ricca di possibilità.

Ma che cosa significa volersi bene?

Vuol dire portare la propria attenzione verso la cura di sé, per poter stare bene nella propria pelle e avere, di conseguenza,  molto da dare agli altri provando il desiderio e la voglia di farlo.

Io provo a descriverti quattro punti che ritengo di fondamentale importanza.

  1. Essere presenti con il tuo corpo, le tue emozioni e i tuoi bisogni. Chiediti come stai, che emozioni stai provando, che cosa ti sta succedendo: prova a farti questa domanda almeno una volta al giorno.
  2. Abbi il coraggio di non piacere. Trova il tempo di sostenere le tue opinioni, le tue esigenze e i tuoi bisogni. È importante trovare il giusto equilibrio per poter esprimere ciò che è dentro di te, senza aggredire, giudicare o criticare l’altro, restando ferma nella tua decisione.
  3. Vivi in accordo con i bisogni che senti veramente: ascoltati per conoscerti, senza avere paura di ciò che puoi scoprire.
  4.  Abbandona i giudizi, metti quel fastidioso giudice interiore in un angolo per trasformare “ciò che ti rimproveri” in “ciò a cui aspirare”.

Ovviamente tutti questi punti sono argomenti moooolto vasti, io ti suggerisco di partire dalla cosa più semplice ma non più banale: prenditi cinque minuti al giorno, fermati e chiediti come stai, senza giudizi, senza recriminazioni ma con l’unica voglia di ascoltarti sospendendo tutto.

Che dici , ci provi e mi fai sapere come va?

[La colonna sonora di questo post è offerta da Billy Idol con Dancing with Myself]


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Ciao, sono Roberta Vacca

Ciao, sono Roberta Vacca

Psicologa, formatrice e creatrice di Cambio Prospettiva. Questo è un luogo sicuro, un approdo per concederti il diritto di prenderti cura di te.

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Maneggio emozioni ribelli e lo faccio gentilmente e senza giudizio.

Qui inoltre coltivo gentilmente imperfezione, vulnerabilità, ispirazioni e meraviglia

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