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Ti avevo già detto che io e i buoni propositi non sempre andiamo d’accordo, sono qui e faccio pubblica ammenda. Devo essere onesta e dirti però che in questo 2017 non ne ho fatti (tranne quello di vedere un live dei Pearl Jam dal vivo, ma questo è un altro discorso).

Mi trovo spesso e volentieri a programmare, ma poi con un colpo di spugna metto tutto nuovamente in discussione; ti succede mai di partire con grandiose idee che scegli poi di non realizzare o di trasformare in altro modo?

Si, parlo proprio di quella sensazione da castello di carte, quel momento in cui in un secondo la tua intuizione ti sembra perfetta, il secondo dopo invece vuoi letteralmente sovvertire la tua costruzione e ricominciare daccapo.

Certamente in ogni castello di carte che si rispetti ci sono almeno due variabili da tenere in considerazione: la prima sei proprio tu e quindi la tua decisione di rimettere tutto in discussione e di cambiare, la seconda riguarda invece ciò che accade in “esterno” e cioè tutti gli imprevisti a cui non puoi sottrarti, in cui non hai granché potere, ma puoi solamente scegliere qual’è il modo migliore per affrontarli.

Cosa vuol dire cambiamento?

La decisione ultima rimane una tua prerogativa, scegliere come affrontare o come cambiare dipende esclusivamente da te.

Frasettina banale vero? Cambiare implica tanto di quell’impegno che spesso nemmeno riusciamo a quantificare lo sforzo che occorre realmente mettere in atto; scegliere realmente di cambiare è un processo lento e faticoso che richiede  una dose enorme di coraggio e pazienza.

Probabilmente il contesto sociale in cui viviamo non ci aiuta: siamo quelli della generazione in cui vogliamo tutto e subito, non riusciamo a sopportare la frustrazione dell’attesa.

Il cambiamento implica la necessità del tempo e della pazienza e molto spesso abbiamo a che fare con quei fastidiosi tarli interiori che ci dicono che tutto è inutile perchè non riusciamo a vedere un risultato tangibile nell’immediato.

Lavorare con le nostre abitudini, disinnescarle per crearne delle nuove è un processo lento, che richiede cura, attenzioni e gentilezza nei nostri stessi confronti; mi piace in questo caso pensare all’individuo come una piantina da seminare e da far germogliare (eh no, non scuotere la testa dicendo che non hai il pollice verde, non credere a questo limite che ti vuoi auto-imporre).

Immagina di piantare un seme, è questo ciò che accade quando vuoi innescare il cambiamento; inizialmente devi mettere il seme nella sua terra, scegliendo un ambiente che sia il più comodo possibile; successivamente cosa devi fare? devi prendertene cura, con l’attesa ma anche con le attenzioni costanti, aspettando che finalmente quel semino decida di germogliare.

Il cambiamento è così, ha bisogno di cura, coraggio ed attesa.

Piccole pratiche quotidiane

Voglio darti tre piccoli suggerimenti per aiutarti in questo impegno verso il tuo cambiamento.

  • Non farti prendere dalla fretta e dallo sconforto di ricadere nelle vecchie abitudini; metti da parte l’ansia del controllo e accetta di vedere cosa succede, largo al qui ed ora insomma!
  • Poniti piccoli obiettivi quantificabili che durante il giorno puoi verificare; prova a sostituire quell’abitudine che vuoi cambiare con un’altra in cui ti senti comunque a tuo agio;
  • Coinvolgi qualcun* nel tuo cambiamento: avere un supporto, condividere la tua nuova voglia di cambiare è un ottimo mezzo per smetterla di alienarti nelle tue insicurezze solitarie.

Io come al solito faccio il tifo per te e se da sol* non sapessi come fare puoi trovarmi in studio ed online (me ed una buona di rock and roll).

p.s. Questo post è stato gentilmente scritto e si offre a voi con questa splendida colonna sonora

Ciao, sono Roberta Vacca

Ciao, sono Roberta Vacca

Psicologa, formatrice e creatrice di Cambio Prospettiva. Questo è un luogo sicuro, un approdo per concederti il diritto di prenderti cura di te.

Questo possiamo raggiungerlo con il mio lavoro, costruendo insieme la tua consapevolezza emotiva come spinta per il tuo benessere.
Maneggio emozioni ribelli e lo faccio gentilmente e senza giudizio.

Qui inoltre coltivo gentilmente imperfezione, vulnerabilità, ispirazioni e meraviglia

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