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M’ama o non m’ama (l’intelligenza emotiva per la coppia)

27 Maggio 2018 by Roberta Leave a Comment

Ok, siediti un attimo e prova a rispondere a questa domanda: ti sei mai soffermat* davvero sull’importanza delle emozioni nella tua vita? Percorriamo vite frenetiche, ingarbugliate e spesso ci dimentichiamo di elementi così fondamentali, come le emozioni, di cui chiunque di noi dispone.

L’intelligenza emotiva si occupa proprio di questo aspetto: capire il modo in cui possiamo prendere coscienza del nostro universo emotivo e di quello degli altr* per affrontare in modo adeguato e fruttuoso le connessioni umane sia nella sfera personale che professionale.

Finora ho sempre parlato di intelligenza emotiva per la singola persona, oggi voglio raccontarti in che modo può dare una mano per gestire relazioni di coppia più soddisfacenti e, perché no, forse anche più durature.

Ovviamente come immaginerai è un argomento vastissimo, io però, ho scelto di dedicarmi in questo post ad un aspetto in particolare, ovvero il conflitto.

I conflitti esistono, evitarli è assolutamente impossibile se non addirittura dannoso. Reprimere la rabbia, cercare di metterla da parte per “compiacere” il o la propria partner non garantisce affatto una relazione felice, anzi può essere il prologo di una relazione sbilanciata, decisamente poco sana per il proprio benessere.

Quelli che voglio darti sono dei piccoli suggerimenti, un modo per considerare il conflitto da un altro punto di vista per trasformarlo in un occasione di crescita per sé e per la coppia.

Ready?

  1. “Fai attenzione a come introduci un discorso“. Facciamo un esempio: metti il caso ad esempio che ci sia quel comportamento che ti infastidisce tantissimo, una vera e propria fonte di malintesi e non detti. Se affronti l’argomento di “testa” partendo come un caterpillar probabilmente si sfocerà in una discussione sterile poco produttiva che non produrrà il cambiamento desiderato. Prova a non cedere al rimprovero, limitati magari alla lamentela senza demolirne la personalità. Descrivere quello che succede senza sconfinare nel j’accuse è un passo importante per iniziare a sentirsi ascoltati. Prova a parlare di quello che succede senza cadere nei giudizi o nelle valutazioni. I giudizi non fanno mai bene, mettono in uno stato di tensione e aumentano l’aggressività.
  2. “Fai arrivare il messaggio“. Cosa ti disturba realmente? Sei sicur* che stai usando le parole giuste per descrivere il tuo stato d’animo o addirittura sei sicur* che stai usando tutte le parole per descrivere ciò che stai provando? Spesso c’è la convinzione di “dover essere capiti” ma siamo proprio sicur* di esserci davvero spiegat*?
  3. “Trova un terreno d’intesa“. Quale potrebbe essere un possibile compromesso per risolvere il problema? Quali sono gli aspetti su cui concordate e quali invece quelli in cui non si trova un accordo? Partire da cosa vi unisce è sicuramente un passo importante per capire il modo in cui è possibile stabilire un’eventuale soluzione che sia soddisfacente per entrambi.
  4. “Imparare a calmarvi“. Riuscire a distendere il proprio stato d’animo è sicuramente d’aiuto per giungere ad una soluzione del problema che si è creato. Sarà banale ma riuscire a riprendere fiato, fermandosi sul proprio respiro è un ottima strategia per riportare l’attenzione sul presente e per terminare con le recriminazioni che non portano da nessuna parte.

Il mio suggerimento più grande è sicuramente quello di esercitare l’empatia, provando ad infilarci nei panni dell’altr* senza cadere nel tranello del giudizio (ovviamente empatia non vuol dire affatto rinnegare il proprio sé mi raccomando).

Che ne dici, potrebbe essere un modo per provare a cambiare prospettiva?

Io lunedì 28 maggio alle 20,30 tengo una diretta nel mio gruppo fb che si chiama “Per Cambiare Prospettiva“. Ci vediamo lì? (E se vuoi nel mio canale Youtube trovi le altre dirette)


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