Non amo le celebrazioni. L’ho detto e ridetto, oggi in quanto donna però, voglio lasciare andare un pò di pensieri in libertà. Mi concedete queste riflessioni con voi?
Trovo che parlare di violenza sulle donne sia un tema talmente complesso che non basterebbe un’unico giorno e non basterebbero nemmeno tutte le manifestazioni organizzate, perchè ci sarebbero sempre dei punti d’ombra non sufficientemente illuminati.
Ci sfugge sempre qualcosa, è come un un’enigma, una sfinge che non mostra completamente il suo volto. Mediaticamente si parla di violenza sulle donne quando scoppia l’ennesimo caso di femminicidio, quando fa scalpore, quando la storia genera sensazionalismo.
Ma non si può parlare di violenza solo quando c’è di mezzo la fisicità: esiste un altro tipo di violenza, meno immediata, meno visibile ad occhio nudo, ma ugualmente logorante: quella fatta di parole, gesti, azioni che ti colpiscono magari inconsapevolmente solo perchè sei donna.
Parlo del colloquio di lavoro in cui si ritiene importante chiederti se deciderai di avere figli, parlo di quando cammini per strada e in quanto donna sei oggetto di attenzioni non gradite, parlo di quando tutti intorno ti fanno pressioni per conformarti ad una realtà che non senti ti possa appartenere, parlo di quando da bambina ti educano (le stesse donne) ad esser brave, accoglienti e silenziose.
È proprio all’educazione che mi piace pensare ed alla libertà. Libertà di volersi bene, libertà di scegliere, libertà di dire No.
Credo moltissimo in queste libertà, ecco perchè ho scelto di lavorare con l’autostima, proprio perchè credo che la consapevolezza emotiva sia una potere inestimabile nelle mani di ciascuno di noi; maschio o femmina non importa, siamo semplicemente esseri umani, e il volersi bene non riguarda nessun genere.
L’autostima è un elemento fondamentale, permette di accettarsi, di volersi bene e di costruire relazioni equilibrate con gli altri, relazioni in cui non siamo manipolati dal possesso ma dalla condivisione e dal rispetto.
Autorizzarsi ad esprimere ciò che abbiamo dentro, i nostri sentimenti, i nostri bisogni, senza aggredire, giudicare o condannare l’altro.
Virginia Satir, una famosa psicologa afferma che “in tutto il mondo non esiste nessuno che sia come me. Io sono io, e ciò che sono è unico. Io sono responsabile per me stessa, dispongo di tutto ciò che mi serve per vivere pienamente qui e ora. Posso scegliere di mostrare il meglio di me, posso scegliere di amare, di essere preparata, di trovare un senso nella mia vita e un ordine nell’Universo. Sono degna di essere accettata e amata proprio così come sono: qui e ora. Io mi amo e mi accetto, io decido di vivere pienamente a partire da oggi”.
Mi sembra una buona giornata per iniziare. Che ne pensate?
Una risposta
Questo intervento è senza ombra di dubbio scritto bene, come l’intero pagina web (https://www.cambioprospettiva.it) generalmente.
Sono un assiduo affezionato, non mollate.