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Nella mia vita, e in quella di Cambio Prospettiva, ci sono dei punti fermi che manco Alberto Angela riuscirebbe a farmi cambiare. Ad esempio amo la pizza margherita, quella con i bordi scrocchiarelli e la mozzarella filante, amo guardare il mare e ascoltare ciò che ha da dirmi e amo la sensazione di pace che provo nel perdermi tra le carezze dei miei cani e delle mie gatte. Il punto fermo per eccellenza, però, è la convinzione che l’intelligenza emotiva possa salvare il mondo, meglio di qualunque supereroe.

Di intelligenza emotiva ne parlo in lungo e in largo, non mi stanco mai di nominarla e non mi stanco di portarla in scena in tutti i luoghi possibili.

Le emozioni, la loro consapevolezza, possono davvero essere un regalo meraviglioso che scegliamo di farci e di fare, per il nostro benessere e per le nostre relazioni sociali.

Io ho scoperto l’intelligenza emotiva oramai nel 2011 e da allora il colpo di fulmine continua, superando indenne anche la crisi del settimo anno.

Questo post nasce per dare un’attenzione in più alle emozioni e magari darti qualche piccolo suggerimento per iniziare a familiarizzare con la tua parte emotiva, spesso bistrattata, trascurata e addirittura negata.

Nomina le emozioni

Prenditi l’abitudine di nominare le emozioni. Osservati, ascoltati, non fuggire da quello che provi ma “rimani” su quella sensazione che ti sembra di non capire e che magari ti fa paura.

Ti faccio un esempio pratico (e magari se sei un genitore o un’educatore ti serve anche nel quotidiano).

Metti il caso che hai un bimbo o una bimba di fronte a te che piange: che cosa fai? (Scappare non è un opzione valida, siamo d’accordo su questo, giusto?) Una delle reazioni principali, generalmente, è la negazione: “su, dai non piangere”, è la prima risposta che spesso fa capolino.

Lo aiuta, pensi che possa servire? O mostrare comprensione, cercando di definire e chiamare per nome ciò che sta succedendo, può essere un modo per familiarizzare con la propria intelligenza emotiva?

Torniamo a te: tutte le volte che ti è stato detto, “su dai smettila di fare così”; ti è servito?

Prova adesso a riflettere su tutte le volte che ti neghi l’ascolto. Quando senti che qualcosa non va, che sei confusa, non proibirti la possibilità di provare l’emozione. Accoglila e dalle un nome. Può essere rabbia, esasperazione, malinconia, nostalgia, meraviglia o turbamento: accettala e falle spazio, prova a definirla, non metterla all’angolo. Ok?

Fai la matrioska con la tua giornata

Un altro piccolo trucco per aumentare la tua consapevolezza consiste nel provare l’effetto Matrioska, ovvero non accontentarti del primo blocco narrativo con cui ti racconti, ma scendi nei dettagli. Fatti domande aperte, non solo “come stai”, ma chiediti “come ti sei sentita in quella situazione”, “che cosa hai provato”, “che cosa avresti voluto”.

Prenditi il tempo di ascoltarti e accogliti, senza giudizi please.

Ascolta i messaggi che arrivano da te, dal tuo interno, prendendoti cura di te per nutrire relazioni sane e belle.

Io, come al solito, faccio il tifo per te.


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Ciao, sono Roberta Vacca

Ciao, sono Roberta Vacca

Psicologa, formatrice e creatrice di Cambio Prospettiva. Questo è un luogo sicuro, un approdo per concederti il diritto di prenderti cura di te.

Questo possiamo raggiungerlo con il mio lavoro, costruendo insieme la tua consapevolezza emotiva come spinta per il tuo benessere.
Maneggio emozioni ribelli e lo faccio gentilmente e senza giudizio.

Qui inoltre coltivo gentilmente imperfezione, vulnerabilità, ispirazioni e meraviglia

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