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Ho una fissa con le parole.

Mi piace scoprirne i significati, leggerle tra le righe, farmi ispirare, contestarle e a volte arrabbiarmi quando vengono usate in maniera impropria e superficiale.

Oggi inizio un viaggio nuovo per raccontarti questa mia passione. Come ti ho già raccontato qui, con questo post inizia un nuovo capitolo di storie e di ispirazioni nella casa di cambio prospettiva, e spero davvero tanto che possa piacerti almeno la metà di quanto a me è piaciuto idearlo.

Questo mese la parola d’ordine è coraggio, perché per iniziare i nuovi cammini se ne ha sempre bisogno.

Prenditi cinque minuti cinque e lascia che ti racconti che cosa ne penso io su questo coraggio, su questo termine a volte così abusato e bistratto, fino a farci credere che sia ad appannaggio di poch@ e non di tutt@.

Prima di tutto te lo presento nella sua etimologia. Coraggio deriva dal latino coratĭcum, che arriva a sua volta da cor «cuore».

Ora capisci perché ti dico che il coraggio non può essere solo per alcun@ ma che invece ci appartiene, nessun@ esclus@, lo dice il suo significato, mica io!

Tra le tante forme di coraggio, oggi però scelgo di parlarti di quello della vulnerabilità, lontano dai proclami urlati e sguaiati che non mi piacciono per niente.  Quanto volte abbiamo pensato che essere vulnerabili sia una debolezza, una lettera scarlatta da evitare a tutti i costi? Arriviamo al punto da  mettere alla gogna chi la manifesta, e per fuggire dal nostro disagio diventiamo supponenti e ipercritici.

La vulnerabilità non è buona né cattiva, semplicemente è. Possiamo forse rappresentarla come il centro di tutto, perché esserlo significa fare un passo in avanti verso il proprio sentire, legittimando tutte le nostre emozioni e sensazioni, assieme alle nostre esperienze più desiderate.

Pensa all’amore, affidarsi e fidarsi di qualcun@ non è forse un grandissimo passo verso la propria vulnerabilità?

E pensa al tuo lavoro, proporti per un nuovo incarico, presentare un nuovo progetto, non sono forse passetti verso l’ignoto, verso il rischio di non essere apprezzat@ o compres@?

Fin quando la vulnerabilità ci apparirà come una debolezza, seguendo questa narrazione distorta anche le nostre emozioni saranno vissute come fardelli e non come trampolini da cui partire.

Reimpariamo a prendere contatto con le nostre fragilità, confrontandoci con essa e con le emozioni che comporta. 

E allora, cos’è per te vulnerabilità? Come descrivi la sensazione di esserlo? È davvero così terribile oppure può esserci una nuova narrazione, una narrazione in cui ti metti al centro con tutto il coraggio e cuore di cui disponi?

E allora coraggio sia, amic@ mia, il coraggio di essere vulnerabile, il coraggio di non piacere a chiunque, coraggio di sbagliare, coraggio di lasciarsi alle spalle i falsi miti e i falsi consigli che ti allontanano dal tuo personale centro, coraggio di esistere e di cercare il tuo personale posto nel mondo.

Io come al solito faccio il tifo per te


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Ciao, sono Roberta Vacca

Ciao, sono Roberta Vacca

Psicologa, formatrice e creatrice di Cambio Prospettiva. Questo è un luogo sicuro, un approdo per concederti il diritto di prenderti cura di te.

Questo possiamo raggiungerlo con il mio lavoro, costruendo insieme la tua consapevolezza emotiva come spinta per il tuo benessere.
Maneggio emozioni ribelli e lo faccio gentilmente e senza giudizio.

Qui inoltre coltivo gentilmente imperfezione, vulnerabilità, ispirazioni e meraviglia

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“So chi ero quando mi sono alzata stamattina ma da allora devo essere cambiata diverse volte”. Lewis Carroll – Alice nel paese delle Meraviglie. Alice

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